venerdì 22 novembre 2013

ERA MEGLIO FARE UNA TORTA


Settimana scorsa Patagnoma è stata malata, una febbriciattola non abbastanza forte da stenderla, quindi abbiamo dovuto trovare un'alternativa ai puzzle perché sono troppo frustranti. Per me perché lei li finisce più in fretta.
La notte precedente l'avevamo passata in gran parte sul divano a guardare la televisione perché dormire con la febbre in questa casa non pare essere di moda.
In realtà io guardavo la televisione cercando di non addormentarmi, lei guardava video su youtube, via via sempre più improbabili.
Quello più visto è stato uno in cui una mano pelosa mescolava via via ingredienti diversi fino ad ottenere una pasta modellabile.


Inutile dire che la mattina non abbiamo potuto esimerci dall'emulare la mano.
Ho cercato una ricetta che comprendesse gli ingredienti che avevo in casa. Ovviamente non l'ho trovata e così mi sono ritrovata mescolare ingredienti "voglio ma non posso".
La farina ce l'avevo. Bene. Il sale pure, anche se ho dato fondo alla scorta. Il cremor tartaro non ce l'avevo, l'avevo finito facendo dolci. Incredibile già che un ingrediente così strano sia transitato nella mia cucina. Quindi l'ho sostituito con bicarbonato e un pizzico di lievito, perché se fosse stata una torta avrei fatto così. Avevo anche l'olio, e non l'ho neanche usato tutto.
Coloranti alimentari ne avevo a paccate, perché le frivolezze qui non mancano mai.



E così abbiamo versato, mescolato, strizzato ed impastato per un tempo incredibilmente lungo fino ad ottenere quattro panetti di una pasta morbida e colorata.
Patagnoma ha subito mischiato tutti i colori creando un serpentone multicolor che sembrava finito sotto a un Tir, poi si è stufata ed è andata a leggersi un libro.
Io, assolutamente in maniera non spontanea, ho dato vita a Barbalalla. Non avevo finito di metterle i fiori tra i capelli (capelli?) che peggio di un soufflè, si è sgonfiata, trasformandosi in una sorta di bignè verde.




Inutile dire che l'esperimento non è riuscito, inutile dire che, essendo una ricetta fallimentare, non potevo esimermi dal divulgarla. Ho una fama da difendere.




mercoledì 6 novembre 2013

POLVERE SOTTO IL TAPPETO

Ottobre è finito, e devo dire che non posso che esserne felice. E' stato un mese orribile perché sono stata molto male.


Non ho intenzione di ammorbarvi con particolari e dettagli, anche se come una vecchia in ciabatte che rincorre il postino per avere nuove orecchie che la ascoltino, sarei molto tentata. Chissà perché gli avvenimenti dolorosi ci sembrano mille volte più interessanti da narrare di quelli felici. Chissà perché le mamme si soffermano sui dettagli raccapriccianti di un parto, e meno sulle capriole che fa il cuore al suo primo sorriso.


Vi dirò che ho passato momenti bui, freddi e duri, attanagliata da un dolore che reclamava tutto per se.
Gli attimi in cui la mente riusciva a fuggire erano pochi, pochissimi, ma sapete dove andava?


All'Ikea a comprare un tappeto. Eh sì, uno grande grande, possibilmente bianco e nero. Perché anche se quando qualcuno di molto autorevole, già molto tempo, fa mi aveva detto che il nero sarebbe stato il nuovo bianco, io avevo pensato che mai, io mai, avrei potuto cedere all'assenza di colori.


Però nella vita ho imparato che la cosa più stupida da fare è dire mai, e comunque ieri ho fatto una risonanza magnetica alla testa per cercare di spiegare questa strana pulsione.
E così settimana scorsa, nonostante sarebbe stato più saggio me ne restassi tranquilla a casa, proprio non ho resistito e all'Ikea ci sono andata lo stesso. Pare si chiami TRS (terapia di recupero svedese), e mi sono comprata un grande tappeto bianco e nero.


A quel punto ho dovuto comprare anche delle tende bianche e nere, perché se no lui si sarebbe sentito drammaticamente solo. E non voglio vedere musi lunghi in casa mia!
Certo, le tende bianco e nere sono rimaste ben poco, ma almeno ci ho provato. Non è colpa mia, è che sono state subdolamente attaccate da pennarelli e pezzi di stoffa mentre ero distratta.


Oggi Patagnoma, al posto di mettere via un puzzle lo ha infilato pezzo per pezzo sotto al tappeto, come faccio io per le pulizie al volo. Sì, faccio anche certe nefandezze.
La stessa cosa voglio fare di questi miei tristi giorni di ottobre, li voglio coprire con un grande e bel tappeto nuovo. in modo da camminarci e ballarci sopra nei mesi successivi, tanto da ridurli in minuscoli granelli di polvere che dispersi nell'aria voleranno via.
Ecco.