venerdì 30 marzo 2012

VORREI ESSERE

Una classe di 23 bambini tra i nove e i dieci anni, un incipit, una poesia da comporre.
VORREI ESSERE...e ci sono medici per curare gli ammalati, colombe per portare la pace, arcobaleni per colorare il mondo, rondini per volare nel cielo, angeli per stare più vicino al Signore, veterinari per curare i gattini...e poi c'è Patasgurzo.
"Vorrei essere Zeus per governare gli uomini e punire i crudeli".
Ecco nulla di più, nulla di meno. Siam messi bene!

mercoledì 28 marzo 2012

CLOROFILLA


Clorofilla prende la luce, clorofilla regala energia. Clorofilla è una magica pozione verde che trasforma le cose, che le rende splendenti e durature. Il sangue delle fate probabilmente è clorofilla.
Prendete per esempio un vecchio convento nel cuore di Milano. La prima volta che Patamà l'ha incontrato era giallognolo, scrostato e puzzolente. Davvero tanto puzzolente. Patamà all'epoca aveva 16 anni e viveva in una casa con un grande giardino insieme a due cani, un cavallo, galline, due anatre e pure una capretta di passaggio. Ma l'età dell'innocenza era finita ed era finito anche il matrimonio dei suoi genitori. Si aprivano le porte su una nuova vita, la città era pronta ad accoglierla. Lei era un po' meno pronta e la visione della nuova casa nel vecchio convento, due stanze sospese in soffitti altissimi, non rendeva più allettante la nuova avventura.
Piano piano le cose migliorarono, i vecchi ubriaconi piano piano sparirono e le scale cominciarono ad avere un odore migliore. Restava comunque un vecchio edificio, con tante storie da raccontare, ma che nessuno aveva voglia di stare ad ascoltare.
Il chiostro, angolo di pace e serenità aveva perso da tempo la sua vocazione. Era stato teatro di avanspettacolo, cinema per pigri pomeriggi e al tempo era un fatiscente cinema porno. Con la sua vecchia cassiera, i suoi furtivi avventori e le sue sgargianti ospiti. Un luogo, paradossalmente, di relativa quiete che custudiva, impolverati e abbandonati i fasti teatrali di un dì.
Intanto la città cambiava, il centro si trasformava, i vecchi inquilini piano piano sparivano per lasciare il passo a nuovi ospiti, più giovani e alla moda. Anche per il cinema fu la fine ed arrivò il Bingo.
Intanto Patamà si era spostata, non lontano, nella casa di fronte. Aveva guadagnato più spazio e una vista migliore, anche perchè il vecchio convento nel frattempo aveva subito un restyling e si stagliava chiaro contro un cielo talvolta blu.
Fortunatamente il Bingo fu un fiasco, le tanto temute frotte di gente non arrivarono mai e in poco tempo anche quella parte della vita del convento si chiuse.
Passarono gli anni, Patamà se ne andò via dalla città e il chiostro rimase murato e silenzioso.
Ma un giorno arrivarono Giovanna e Cinzia e la magia cominciò, la clorofilla prese a scorrere tra le stanche mura, il cielo guadagnò nuovamente il suo spazio e il chiostro ricominciò a vivere. Ebbe una nuova chance, un' incredibile e unica chance.
Ci sono chiostri che rimangono affidati alle premurose mani di instancabili frati, ce ne sono altri che accolgono studenti sdraiati su prati e muretti. Ce ne sono alcuni che regalano attimi di sollievo a persone dolenti, altri ancora che danno ospitalità a chi cerca riposo e tranquillità
Ma questo è il più fortunato di tutti. Ha sofferto, è stato murato, insozzato, trascurato, commercializzato, ma adesso sarà abitato da creature uniche, rumorose, gioiose, tenere, divertenti, curiose, affettuose, talentuose....sarà abitato (solo di giorno, così potrà riposare) da bambini.
Giovanna e Cinzia hanno deciso di regalare a una stanca Milano un asilo che farebbe venire voglia di tornare bambino a chiunque.
Un' ampia piazza su cui si affacceranno le aule del nido e della materna, un atelier del gusto, un laboratorio dell'acqua, una calda piscina e un meraviglioso, incredibile giardino pensile.
Le insegnanti, alcune di madrelingua inglese, avranno il supporto dei famosissimi e invidiatissimi asili di Reggio Emilia.
Intorno un bistrot pensato per le famiglie e altri spazi per gestire il tempo libero. Pensate a quello che vorreste e Giovanna e Cinzia ci hanno già probabilmente pensato prima.
Una delle poche ragioni che mi fanno rimpiangere di non abitare più quelle due finestre dietro Corso Genova...ma in fondo la casa non l'abbiamo ancora venduta....
C'è un solo neo in tutta questa bellissima storia, ed è che questo luogo da sogno ancora non esiste, non del tutto. Ma solerti magutt stanno alacremente lavorando perchè tutto ciò diventi realtà per settembre.
Intanto potete farvi un giro da quelle parti, farvi offrire un caffe, chiudere gli occhi e immaginare un mondo magico e verde in cui crescere i vostri fortunatissimi bambini.

Ovviamente il suo nome è CLOROFILLA

giovedì 22 marzo 2012

PUZZA DI BRUCIATO

Quando era piccola Patamà passava parte delle sue estati in Liguria dalla zianonziamigliorechecisia GigliolaGemma, amica di Nonnamini la bisnonna dei Patasgnaffi futuri.
La casa, bianca dalle grandi persiane verdi se ne stava appollaiata in cima a più di cento gradini nel bosco.  La mattina sul tavolo per Patamà c'era sempre una brioche fresca e a tavola fagiolini e acciughe al limone.
La formazione in casa era mutevole ma sempre femminile. Nonnamini, Nonnami, Gigliolagemma e la sua amica Nonnafiorentino si alternavano nell'accudimento di Patamà e soprattutto nella condivisione della camera da letto.
Quella volta era il turno di Nonnamini, e Patamà fu svegliata all'alba da uno strano odore. Da una puzza per la precisione. La luce che filtrava dalle finestre era grigia ma ancora più grigio era il fumo che si levava da un cuscino che Nonnamini aveva appoggiato a una lampadina per ridurne la luce. Poi si era addormenteta. poi aveva rischiato di bruciare la casa. E per una fumatrice, anche da materasso, incallita com'era, bruciare la casa per un semplice cuscino sarebbe stato un bello smacco.
Lo stesso odore ha pervaso la stanza dei Patagenitori qualche sera fa, mentre un stanca mamma cullava un'infelice figlia.
L'odore è stato prontamente riconosciuto e il cuscino spostato. ma ormai il danno, sotto forma di buco era stato fatto. Ed è rimasto lì per un pò, con l'abbellimento del suo cattivo odore. Finalmente però Patamà, con l'aiuto di Patagnoma è riuscita a occuparsi anche del povero cuscino....e a sostituire la superstite lampadina a incandescenza con una a led, più fredda in tutti i sensi.












lunedì 19 marzo 2012

FRUTTI DI BOSCO

Che io non sia molto furba, non è un mistero. Il mistero è come possa allora aver generato un genio del male che avrebbe tutto da insegnare alla già sgamata Becky di Vanity Fair, e potrebbe dare consigli alla più moderna Kate. L'altro giorno alla domanda di Nonnami "cosa vuoi fare da grande?", la piccola fiammiferaia (vedi recente fissa per la povertà) ha ovviamente risposto di voler fare la principessa. Nonnami, che in fondo è donna pragmatica, le ha spiegato che, soprattutto in tempi moderni, la cosa è più facile a desiderarsi che a farsi. Principessa ci si nasce, e qui caschiamo già male, o lo si diventa sposando un principe. Categoria che oggidì è piuttosto sguarnita e tristemente accessoriata. La piccola pare non si sia scomposta in alcun modo, come una vera principessa direi, ha guardato la nonna con velato compatimento e le ha spiegato che per trovare un principe basta andare in un bosco. Se ce l'hanno fatta Aurora e Biancaneve può benissimo farcela anche lei. Il problema, se mai aggiungerei io, è distinguere i principi dai lupi. Ma spero di avere ancora qualche anno per istruirla un po'

mercoledì 14 marzo 2012

TAGLIO

Patasgurzo è nato con un incredibile, folta, biondissima cresta.
All'inizio la portava unticcia, sparata in testa o appiattita sul lato. Erano capelli d'angelo, sottili, biondissimi e formavano buffi dredd sulla nuca.
Il piccolo cresceva, il ragnetto metteva su ciccia, i denti spuntavano e i dreed cadevano. Nel giro di neanche un anno la serica chioma aveva lasciato il posto a setole di porco (sempre biondissime per carità).
Capelli che ogni lontra vorrebbe avere. Totalmente idrorepellenti per i primi cinque minuti sotto la doccia, poi bagnati, bagnati, bagnati e ancora bagnati. E tanti, tantissimi.
Si mormora non si debba tagliare la chioma prima del primo anno di età, ma lasciare Patasgurzo in balia dei suoi capelli non era cosa possibile. Patamà intimorita dall'ardua impresa di sfoltimento portò il biondo cherubino dall'ignara parrucchiera Paola sotto casa. E fu l'inferno in terra.
La volta successiva Patamà però era preparata, si era vestita leggera e aveva portato la nonna. In due lo tenevano fermo, le pale del soffitto lo distraevano, la parrucchiera Paola sfiorava l'esaurimento nervoso, mentre una nuova moquette abbelliva il pavimento del negozio. Patamà pagava ogni volta l'irrisoria cifra del taglio chiedendosi come mai un'esperienza così stressante costasse meno che un tranquillo taglio a una sciura al massimo pettegola e chiacchierona.
Si intraprese anche la strada casalinga, taglio sul water con libro davanti, taglio nella vasca, taglio davanti alla tv....ma erano tutti palliativi perchè Patamà riusciva a disboscare troppo poco.
Compiuti i due anni la povera donna gettò la spugna e affidò il biondo cherubino al padre. I due si recarono, per lo sgomento di Patamà, dal nuovo barbiere del quartiere. Un posticino piccolo, a una sola vetrina, due poltroncine in candida pelle umana, atmosfera rarefatta con luci soffuse e un meraviglioso acquario. Patasgurzo fu bravissimo, Patamà passò per la solita esagerata e Patapà vinse, per un pò, il compito di occuparsi dello sfoltimento della chioma del figlio.
Da allora Patasgurzo è stato portato da varie parrucchiere, da diversi babieri, da mamma, papà e anche da qualche nonna. Non dà più i numeri, ma parla a macchinetta stordendo il povero malcapitato e dopo due minuti inizia a scalpitare. Se ne andrebbe via sempre con tagli improbabili, a metà testa, a righe, a ciuffi sfilacciati e scomposti.
Insomma resta sempre una fatica portarlo a tagliare i capelli, e spesso Patamà si lancia in obliqui tagli di ciuffo per procrastinare l'evento.
Ma ieri era giunto ormai il momento e non si poteva più rimandare. Sta volta il taglio lo ha scelto lui, li ha volti corti corti con una piccola cresta. Come un imprecisato (per Patamà ) calciatore. Ebbene sì, uno cerca di crescere un figlio in mezzo a bellezza ed armonia e l'ideale estetico del piccolo ingrato rimane "il calciatore"...in generale. E visto che l'alternativa alla cresta è il capello lungo e unticcio, magari tenuto in dietro da un cerchietto, forse ci è anche andata bene.

venerdì 9 marzo 2012

PATACASA: cominciamo da una sedia

La Patafamiglia è aumentata, e questo ormai è un dato di fatto. Ora però, colta da invidia profonda anche la Patacasa ha deciso di allargarsi, e se Patamà ha avuto un'altra bambina, lei ha tutte le intenzioni di inglobarsi altre due stanze.



Sono iniziati i lavori di makeup, non tanti per la verità, e tra un po' la porta che una volta collegava le due case tornerà a svolgere la funzione per cui era stata creata.
Intanto Patamà puo dilettarsi con smerigliatrice e pennello. Ogni volta che si mette al lavorare con legno e vernice si stupisce di quanto il tempo voli e di quanto riesca ad essere felice. Qui lo dico e qui lo nego (io per lei), quasi meglio di una vacanza.
In una settimana di lavoro è riuscita a finire solo una sedia....ma ha tutta l'intenzione di inserire il turbo (e il pilota automatico ai Patasgnaffi!)



mercoledì 7 marzo 2012

POVERTÀ

Patasgnaffa ha avuto il suo perido di fissa la morte. Lungo, lunghissimo, anzi ancora in auge. Solo ieri mi si è avvinghiata, il pallido ovale del suo viso nel mio, i chiari occhi umidi e sgranati, un piglio stranamente teatrale, e mi ha implorato di non morire. Uno di quei rari momenti in cui rimpiango di non avere le palle.
Adesso però le piace molto anche la povertà. Venerdì era in cortile a chiedere l'elemosina. Alla sua amica Camilla con i soldi di Patapà, quindi ancora tutto sotto controllo. Oggi è scoppiata a piangere perchè due amici a cui aveva detto di essere povera le hanno risposto che in Africa stanno peggio di lei. Trovarsi defraudata da milioni di sconosciuti non le è piaciuto per niente.
E questa cosa dell'Africa povera l'ha sconvolta. Adesso è molto preoccupata per la sua amica Sveva che si è trasferita in Kenya l'estate scorsa; a nulla è servito dirle che vive in una magione soprannominata "il castello" con guardia al cancello e tata residente. Patasgnaffa ora è convinta che l'amica stia patendo la fame....
Attendiamo ansiosi la prossima fissazione...sarà cieca o orfana?
(e dire che non guarda quei terribili cartoni che ci sorbivamo noi in cui l'eroina era malata, orfana e poveretta, meglio se tutte e tre le cose insieme!)

domenica 4 marzo 2012

MEMORIA BREVE

Questo fine settimana la Patafamiglia è stata campagna dal nonnoRo. Era da Natale che non ci andava, bloccata dal freddo, da gambe di gesso, da febbri e da partite.
Ma sta volta c'era in ballo una fiera del vino, quindi ogni difficoltà è stata superata, ogni impegno accantonato. Si sono uniti alla truppa anche degli amici con bambini complementari ai Patasgnaffi ed è volato un giorno incredibilmente tiepido, con porte spalancate, lenzuola asciutte un un istante e bambini mimetizzati tra le piante del giardino.
Sabato sera Patamà è stata colta da irrefrenabile voglia di uscire a cena. Un rapido calcolo: Patagnoma ha 11 mesi, l'ultima cena rubata e veloce a ottobre per il compleanno di Patapà....uscire in un anno a cena una volta sola è un po' pochino, ne converrete.
Patagnoma incredibilmente si è lasciata seccare nella culla per le otto di sera, e i restanti bambocci, cenati e pigiamati, sono stati lasciati sul divano del nonno davanti a un film.
La cena è stata molto buona, consumata in un ristorante con luce tenue, voci soffuse e passi felpati. Una cosa terribilmente da grandi.
Tornati a casa Patagnoma urlava come un'aquila a cui avevano portato via il nido. Si è gettata al collo di Patamà arpionandolo con una forza che nulla aveva da invidiare agli artigli della pennuta dal naso adunco.
Ha passato la notte così. avvinta come l'edera, ciucciando come un cammello dopo un mese di siccità.
Quindi Patamà ha avuto tutta il tempo per farsi un bell'esame di coscienza. Per valutare che lasciare una bebè con la memoria di un cetriolo, in una casa che non vedeva da due mesi, con nonni che non vedeva da altrettanto tempo, non è stata una gran furbata.
La cena è stata ben pagata, ma ogni tanto vale comunque la pena sborsare soldi e sonno.

giovedì 1 marzo 2012

PREBLOG

Ho iniziato un corso di fotografia. E' abbastanza irrilevante per questo post, ma resta comunque una gran botta di vita per me. Era veramente da tanto che non facevo nulla per me sola. I numeri che ho intravisto sulle dispense mi hanno fatto venire la nausea, ma pazienza. Sono stata abbastanza brava ad annuire compresa e a simulare uno sguardo vagamente intelligente!
Comunque la sera che l'ho cominciato ho raccolto al volo un quaderno che giaceva impolverato tra i libri di cucina. Arrivata al corso l'ho aperto e ho trovato tre pagine, non di più, in cui mi ero annotata dei piccoli avvenimenti del 2007. Un diario per dirlo alla vecchia maniera. Uno degli innumerevoli diari che ho cominciato nella mia vita. Di solito non sono mai durati per più di un mese, direi che la vecchiaia o la tastiera mi hanno decisamente migliorata.
Visto però che queste tre pagine in fondo trattano dei patasgnaffi, mi sembra giusto aggiungerle qui.

27 febbraio 2007
Ieri Patasgnaffa si è girata da pancia in giù a pancia in su ed è stata per un po' seduta (10 secondi?! ci accontentiamo)
PATASGURZO in questo periodo gioca agli indovinelli...è bravissimo e usa paroloni come "simile" e animali come gli emù....mamma com'è grande.
Ieri ha dormito dalla nonnaMi e alle 3, dopo aver fatto la pipì (bravo!) si è infilato nel suo letto e l'ha gentilmente invitata a prendere posto sul materasso per terra....

Solo adesso mi rendo conto che la data di questa paginetta è di febbraio...probabilmente era destino che lo ritrovassi proprio ora!